Gli ultimi giorni di gennaio sono per tradizione i giorni più freddi dell’inverno, quando neve e ghiaccio imprigionano la terra.
Nella antica tradizione cinese si descrive la volpe come esperta nel camminare sul ghiaccio. La sua prudenza è proverbiale, con le sue orecchie tese a percepire ogni scricchiolio e la sua capacità di trovare i punti più sicuri per attraversare. Nessuna vecchia volpe si bagnerà mai la coda attraversando un torrente ghiacciato.
Nel Libro dei Mutamenti questa capacità è citata nel segno Ue Tsi – Prima del compimento, dove l’Oracolo ammonisce di fare attenzione e non comportarsi come giovani volpi che per troppa sicurezza e inesperienza finiscono per bagnarsi la coda prima della fine della traversata.
Anche in Europa la volpe era conosciuta per la sua cautela, e nessuno si sarebbe mai azzardato ad attraversare il ghiaccio senza prima averlo visto fare a una volpe.
Un antico proverbio scozzese recita:
“Quando la festa di Imbolc è passata, la volpe non darebbe credito nemmeno alla sua coda sul ghiaccio”
Imbolc, o Brighid coincide con il 1°febbraio, il punto mediano tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, ed è una festa della tradizione celtica che celebra la luce. Luce che aumenta all’avvicinarsi della primavera. Luce, sole, calore. Il ghiaccio si assottiglia e Sionnach la Volpe saggiamente non si azzarda a sfiorarlo nemmeno con la coda.
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