Ho corso il rischio di evaporare. Ho lavorato con il ventilatore a fianco; i colori si seccavano mentre li spremevo dai tubetti (non uso la tavolozza umida, ma vedrò di procurarmela appena possibile) e il medium ritardante può fare ben poco con queste temperature.
I sassi ricevuti in regalo, dopo il bucato sono stati osservati e rigirati per qualche giorno, poi ne ho scelto uno: ho ‘ visto ’ cosa c’era dentro. Il sasso più difficile, particolare, rugoso. Complice un libro acquistato tempo fa dal Regno Unito.
Terry Isaac è un artista incredibile ed è da uno dei suoi dipinti che ho preso spunto per questo sasso. Molto spudoratamente, e con molta presunzione.
Per non sporcare troppo il sasso con la matita, non ero ancora sicura se dipingere uno sfondo o meno, ho preferito ricalcare lo schizzo su carta lucido, e poi passarlo sul sasso con la carta copiativa bianca. Piccoli trucchi del mestiere.
Questo è il primo abbozzo di colore. Il terra di Siena naturale, il colore predominante che ho usato (oltre ad altre terre) non è coprente e ho dovuto passare diverse mani,
oltre a decidermi a inserire uno sfondo, per far risaltare i due puma.
Così è decisamente meglio, loro sono perfetti per questo sasso. E il sasso è perfetto per loro.
Ho lasciato parti al naturale per le rocce, con qualche tocco di bianco e blu cobalto per dargli luce, e inserito ciuffi d’erba.
Le pieghe della pietra rendono il dipinto tridimensionale, questo sasso non va solo guardato ma anche toccato.
Ecco, il primo sasso è pronto. Per il secondo ho già in mente..
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