lunedì 23 agosto 2010

Buon Bloggeranno 2

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Lavori in corso per il mio blog.
Come sempre, mentre il resto mondo sembra abbandonare la vita di tutti i giorni e gettarsi a capofitto nelle sospirate ferie, la mia controparte virtuale - ma non troppo - in agosto si lancia in nuove imprese.

Meditavo di rinnovare il look, il vecchio template di Blogger e la scelta dei colori non mi dispiacevano affatto ma volevo tentare qualcosa di nuovo, e diverso.
Ho pensato alla nuova veste grafica, ho ordinato un nuovo template su misura, ho sistemato tutti i gadget dispersi nel trasloco e poco alla volta ho cercato di adattare i vecchi post alla nuova grafica. Certo, le cose da fare erano parecchie.

Oggi è anche il secondo Bloggeranno e vi invito a festeggiare con me e Bò. Se il restyling del blog non vi soddisfa e vorreste sparare a zero sui miei neuroni fatelo, nessun problema!

Ve lo dico perché Bò mi ha guardato storto riguardo a questo cambiamento, ha annusato e scalpitato parecchio in giro. Credo che per lei la nuova immagine dell’header e tutto l’insieme siano troppo.. domestici, considerata la sua natura rustica di Highlander.

In ogni caso, grazie di essere con me e abbiate pazienza con lei, la sua è una  testardaggine tutta scozzese.


460x208 Bianco


Aggiornamento:  i template sono come le nuvole, vanno e vengono.

Ho nuovamente cambiato idea e, molto probabilmente, il template che vedete ora sul mio blog è già alla sua terza, quarta versione.

Tutto è impermanente, sapevatelo.

Voglio ringraziare Adele Zolea di Blografando che aveva realizzato uno dei template ora dismesso, oltre al logo che avevo in mente da tempo e che - per ora – è rimasto immutato.

venerdì 20 agosto 2010

Mare Nostrum

Flavia 994

Vi ho raccontato del viaggio del Bamboo, ma non ho ancora raccontato tutto.

Posso parlarvi ancora di quello che abbiamo scoperto dentro il blu, il blu perfetto di questo mare.

Dopo il vento e le onde del mare aperto si cala l’ancora in una tranquilla caletta, facendo attenzione a non danneggiare le praterie di Posidonia.

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Se il nostro Mediterraneo, o Mare Nostrum come lo chiamarono i Romani e prima ancora le tribù illiriche arrivate in Italia dai Balcani, è unico, ancora più unica è la Posidonia.

Flavia 371

La Posidonia oceanica non è un alga ma una pianta acquatica, ed è endemica del bacino mediterraneo. Esiste solo qui.

E’ un indicatore biologico, la sua presenza indica la buona qualità dell’ambiente. Fornisce riparo e nutrimento a numerose specie e salvaguardia la linea costiera dall’erosione.

Con le sue radici legnose e i suoi rizomi ancora il substrato del  fondale. Con le lunghe foglie nastriformi, trasportate dalle onde sulla battigia a formare una spessa coperta chiamata banquette, protegge le spiagge dalle mareggiate e dall’azione del vento.

Per capire l’importanza di questa pianta è bene sapere che la perdita di un metro lineare di prateria significa la scomparsa di diversi metri di spiaggia.

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Le fibre della Posidonia,  lavorate e intrecciate dalle onde, formano queste palline che hanno il serissimo nome di egagropili

Nel 2006, attraverso l’uso di marcatori genetici, è stata scoperta alle Baleari, all’interno di una vasta prateria di Posidonia, una pianta che probabilmente è uno degli organismi più grandi e anziani esistenti sulla Terra, lunga 8 chilometri e vecchia di 100.000 anni.

Non sottovalutiamola dunque, ne sa molto più di noi.

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Questa è una spiaggia come si deve, una autentica spiaggia selvaggia con dune e piante pioniere. Importantissimi per l’ecosistema costiero, questi vegetali colonizzano le dune consolidate, permettendo così l’insediamento di specie legnose più esigenti.

Le dune così ‘fissate’ ostacolano i venti ricchi di salsedine e il trasporto di sabbia verso l’interno.

Torniamo al mare.

Dove finisce la prateria di Posidonia troviamo gli scogli e facciamo altri incontri: sembrano esseri  usciti da un episodio di Star Trek: strane, nuove forme di vita mai incontrate prima..


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Questa invece la conosciamo, ha fama di possedere un certo caratterino.. Meglio essere discreti, le murene sono molto gelose della loro privacy.

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Queste fantastiche foto subacquee sono opera di Ingrid e Flavia, esperte di snorkeling ed immersione in apnea. Io non arrivo a tanto, anche se provo ad immergermi dopo pochi secondi schizzo in superfice come un tappo di sughero. Con me il principio di Archimede funziona benissimo..


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Sapete, è arrivato il momento di salutare il Bamboo.

Tutto l’equipaggio ci ha lasciato un pezzetto di cuore su questa barca.

Se guardate bene, qualcuno sembra stia sistemando la randa ma in realtà è aggrappato all’albero maestro perché non vuole lasciare il Bamboo. Convincerlo è stata un’ardua impresa.

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E questo?

E’ il nostro regalo di saluto a Stani.

Abbiamo subito alcune dolorose perdite durante la navigazione nel Santuario Pelagos.

Eh si, non tutto è sole, mare, vento ed happy hour sul ponte con spritz e tartine.. C’era un secchio rosso di belle speranze con cui  abbiamo condiviso di tutto: trasporto oggetti, lavaggio del ponte, lavaggio dell’equipaggio e altre cose, che qui è meglio non ricordare. Assicurato con una lunga e resistente cima, veniva calato in mare alla bisogna.

Fino al giorno in cui – sabotaggio! – all’ennesimo lancio tra la Corsica e l’Elba ci siamo accorti che il nodo era sciolto e il secchio è andato perduto tra i flutti. Perduto per sempre. Un duro colpo per Stani, sappiamo che niente potrà compensare la perdita ..

Un grazie infinito a:

Andrea ed Ingrid, biologi marini di Idea Calypso;
Stanislao, skipper del Bamboo - Fondazione Exodus;
Angelica, Flavia, Lorenza, Irene, Francesca e Claudio:  Bamboo crew settimana 24/31 luglio 2010;
Greenpeace.

Le foto sono state scattate dall'equipaggio del Bamboo nel corso dell'Operazione Pelagos 2010 - Idea Calypso, settimana 24/31 luglio 2010.


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Grazie a Isabella di Capoliveri, Isola d’Elba, per il suo appoggio logistico e per la sua amicizia.

Grazie a voi per avermi seguito in questo viaggio e.. Sappiatelo, non è finita!


mercoledì 18 agosto 2010

Sull’onda di prua


lasciando l'Elba

Il Bamboo ha salpato da Portoferraio in un luminoso mattino di fine luglio, per costeggiare l’Elba e i suoi isolotti fino a raggiungere Capraia.

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Sia sotto costa che in mare aperto gli sguardi sono attenti, alla ricerca di avvistamenti fortunati. Ci saranno per noi balenottere e stenelle? Possiamo sperare di incontrare magari un capodoglio?

In posizione a prua

L'aera del Santuario Pelagos è visitata da numerose specie di cetacei. La conformazione dei fondale permette la risalita dalla piana abissale dei nutrienti che alimentano il fitoplancton e rendono queste zone ricche di cibo per la fauna marina.

Noi siamo diretti in una di queste aree, a nord di Cap Corse.

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Si traccia la rotta,

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e si naviga verso la Corsica, che ci accoglie con le sue coste selvagge e il profilo delle turbine eoliche che si stagliano sul  crinale.

Arrivo a Cap Corse

La bandiera di cortesia viene issata sulle sartie, per rendere omaggio al paese che ci ospita.

Flavia 850

L’alba ci trova già svegli e in navigazione, pronti ad una lunga giornata in mare aperto.

Un delfino ci accompagna, distante, mentre lasciamo la rada dove abbiamo calato l’ancora per la notte. Incontriamo berte solitarie e banchi di tonnetti che guizzano velocissimi sul pelo dell’acqua.

Cap Corse

Ci concediamo un bel bagno al largo, e i più avventurosi si cimentano nello spericolato tuffo del pirata. Nessuna paura, da queste parti non si tocca, il fondale è circa 1200 metri sotto di noi..

Un vero tuffo nel blu.

(Per la cronaca: io mi accontento del molto meno avventuroso scendere in mare dalla scaletta. Ho preferito risparmiare ai posteri la tragicomica immagine di me appiccicata alla murata del Bamboo..)

E’ soltanto la mattina seguente, quando ci apprestiamo a lasciare la costa corsa per dirigerci nuovamente verso l’Elba, che troviamo altri delfini sulla nostra rotta.

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E’ un gruppo di 5, 6 esemplari, sono tursiopi e hanno un piccolo con loro. Nuotano molto vicini, possiamo sentire i loro sfiati quando emergono, vediamo luccicare i loro dorsi.

Non sembrano molto interessati ad interagire con noi, ci sono boe che segnalano la presenza di reti e sicuramente quello che li interessa è la colazione.

Ma poi accade..

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Per pochi, magici istanti il piccolo branco nuota con noi e gioca con l’onda di prua del Bamboo.

Ecco il Tursiope!

Ingrid e Flavia sono riuscite a ‘catturarli’ con questi fantastici scatti. Mai così vicini, e soprattutto liberi.

I film e la serie televisiva Flipper, in cui furono impegnati diversi esemplari di Tursiops truncatus o delfino dal naso a bottiglia (bottlenose dolphin) ha avuto un discreto successo negli anni ‘60.

Il tursiope è probabilmente il delfino più conosciuto e studiato ma anche quello, purtroppo, imprigionato e impegnato assieme alle orche negli acquari e delfinari di tutto il mondo.

Flavia 1 (2)


Flavia 2 (2)

Io li preferisco così, liberi e selvaggi nel blu perfetto di questo nostro Mare Nostrum.

 


lunedì 16 agosto 2010

Home


Home è il film-documentario diretto da Yann Arthus-Bertrand e prodotto da Luc Besson, uscito nelle sale cinematografiche di 50 paesi lo scorso 5 giugno 2009, mai diffuso in Italia.

La GoodPlanet.org attraverso il canale homeproject su You Tube ha messo a disposizione di tutti, gratuitamente, il film in versione  originale  con sottotitoli, doppiato in 14 lingue.

L’intenzione condivisa di rendere consapevoli e responsabili tutti noi del futuro comune del nostro pianeta è una priorità e raccolgo l’invito a diffonderlo.

Il nostro tempo sta per scadere, abbiamo 10 anni per invertire la rotta. Se non lo faremo, nonostante le possibilità  e le capacità che possediamo, entreremo in un territorio sconosciuto all’intera umanità.

Ognuno di noi può dare il suo aiuto e fare la differenza, ma occorre volerlo.

Buona visione, vi assicuro che rimarrete emozionati.

domenica 15 agosto 2010

Tremenda voglia di mare

 Tremenda voglia di mare

Scoprire il mare in barca a vela è conoscerlo come non è possibile altrimenti. Se poi le vostre guide - in questo caso lo skipper ed i biologi marini di Idea Calypso - sono affette da una tremenda voglia di mare, allora lo conoscerete come mai avreste pensato prima.

Bussola del Bamboo 

Il Bamboo è un Baltic 51, sedici metri di solido ed elegante scafo che cavalca le onde  con sicurezza e può ospitare fino a 12 componenti di equipaggio, o perlomeno quello che diventerà un equipaggio alla fine dell’avventura.

Boma

Boma, sartie, cime, winch.. Se qualcuno a bordo suggerisce di cazzare la randa o lascare il genoa imparerete presto cosa significa. Soprattutto quando si alza il vento giusto per andare di bolina..

di bolina

Ci si alza il mattino presto, a volte all’alba, e si naviga fino al tramonto,

dritti nel sole 

dritti verso il sole.

Tramonto a Cap Corse

Ci sono promontori, isole, scogliere da costeggiare

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e ci sono le nuvole..

Cirri e sartie

Le nuvole raccontano sempre qualcosa; indicano dov’è la terraferma quando ancora è lontana e il tempo che farà, in barba a tutti gli avvisi ai naviganti trasmessi.

Corsica - verso Bastia

Poi naturalmente c’è il vento.

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Il vento ed il mare sono intimamente legati. Alla ruota del timone si riescono a percepire, attraverso le mani e le braccia vibra tutta la loro forza mentre l’uno gonfia le vele e tende cime e sartie e l’altro scorre sotto lo scafo e il timone.

Anche se presta un’aria disinvolta all’obiettivo, un buon capitano lo sa ed è sempre vigile e attento.

Stani

Stani, skipper del Bamboo – Fondazione Exodus

Un ottimo capitano lo fa con stile inimitabile..

Mai sottovalutarli, vento e mare assieme. In pochi, pochissimi minuti possono scatenare tempeste

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che arrivano mugghiando e ruggendo dalla linea dell’orizzonte

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e sferzano il ponte di pioggia

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e grandine..

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Salvo poi rotolare lontano per lasciare il sereno.

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I delfini ci aspettano a Cap Corse!



domenica 1 agosto 2010

Perfect blue

Perfect blue

Sono rientrata ieri sera da Portoferraio - Isola d’Elba e dalla mia settimana di navigazione nel Santuario Pelagos a bordo del Bamboo ma.. devo rimettere ancora i piedi a terra.. :)

Perfect blue 3 (2)

Prima di fare ordine tra le centinaia di foto che io e gli altri membri dell’equipaggio abbiamo scattato devo concedermi un po’ di tempo.

Il ‘mal di terra’ è quasi peggio del mal di mare, ed anche i pensieri hanno bisogno di assestarsi prima di potervi raccontare com’è stato vivere questa avventura.

Perfect blue 4

Uno dei colori indispensabili sulla mia tavolozza è il Blu Oltremare, e posso confermare di averlo incontrato.. ‘di persona’ in questo incredibile viaggio.

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Tursiope incontrato a Cap Corse – Corsica (foto di Ingrid)

Molti e diversi incontri lungo la rotta, aspettati ed inaspettati ma tutti ugualmente fortunati. Posso dire di un blu.. perfetto.